Tra il 4000 e il 3000 a.C. iniziava l’età del bronzo e veniva inventata la scrittura. Si passava dalla preistoria alla storia. Si sviluppavano le città-stato sumere e il regno egiziano, la popolazione mondiale passava da 7 a 14 milioni. Si sviluppava l’agricoltura in Europa e in Asia. Uno degli uomini vissuti in questo millennio era Oetzi, la cui mummia è stata ritrovata nel 1991 tra i ghiacci del Trentino Alto Adige.
Ed è in questo periodo che nei terreni delle campagne dell’alta Gallura iniziava ad affondare le proprie radici l’ulivo millenario di Luras, il Patriarca, recentemente classificatosi al terzo posto all’European Tree of the year 2024 con 13 mila 933 voti.
Un grande risultato, in una competizione tra bellezze della natura di tutto il mondo, per un vero e proprio monumento vivente. L’ulivo di Luras rappresenta uno degli esemplari più antichi di olivo selvatico e non solo in Sardegna ma in tutta Europa.
Dopo aver conquistato il titolo di albero Italiano dell’anno 2023 nel concorso “Italian tree of the year”, s’Ozzastru, come è conosciuto localmente, ha partecipato alla competizione europea che vedeva coinvolte ben 18 nazioni.
Non è arrivato il primo premio, conquistato dal maestoso faggio comune del giardino botanico dell’Università di Breslavia, in Polonia, ma si tratta comunque di un riconoscimento prestigioso che evidenzia l’importanza storica e culturale di questo albero.
La sua presenza così imponente incarna perfettamente lo spirito di resilienza che è proprio della natura, avendo combattuto e resistito nel corso dei secoli alle intemperie e alle avversità del tempo.
L’ulivo millenario si trova nelle campagne di Luras ed è visitabile.
A poca distanza puoi ammirare i paesaggi incantati del massiccio del Limbara di Tempio Pausania. Una gita in questo angolo di Gallura oggi è possibile anche “via lago” in battello sul Liscia.
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